Qui Lucera. Provincia di Foggia, Tavoliere, Puglia, Sud,
Italia. Mondo intero.
Il seme di cosa vorremmo un bel giorno diventare è stato
gettato. Non si sa da chi prima e chi dopo, non è quello che interessa, ma
qualcosa di bello sta accadendo. La cosa importante è che sia lo stesso seme
per tutti. Lo vedo nei volti più rilassati di chi c’era in questi anni, e adesso
vuole veramente rinascere; negli occhi dei giovani ventenni, che ci sono sempre per
partecipare allegri e che quasi quasi adesso un po’ gli dispiace di dover
partire per le città universitarie; nei corpi e nelle menti di chi è tornato
dopo anni, che non si devono più disattivare. Lo vedo in chi viene a Lucera da
fuori, avverte calore e desiderio e, per questo, non vede l’ora di tornare. Lo
vedo, ma lo sentiamo tutti noi.
Il cartellone di settembre è nato per caso, con quello
stesso seme di ognuno, si è evoluto e arricchito, ed è stato perfino meglio di
quello estivo. La Sagra delle Sagre della Pro Loco ha portato in giro per Lucera la stessa quantità di gente che a Ferragosto (realizzare
che “Non si trova parcheggio!” è sempre la prova del nove). La Notte Bianca dello Sport ha testimoniato che qua c’è un sacco di
gente che - ad ogni età - ci tiene a stare in forma, ma che la gamma degli
sport praticati è davvero eterogenea e interessante. Il Festival della Letteratura Mediterranea, sicuramente fiore
all’occhiello degli appuntamenti culturali a Lucera, quest’anno ha mostrato
meglio il lato social e appassionato del suo giovane e competente direttivo, virandolo tutto in un tipo di programmazione semplice e accurata, scegliendo
di aprirsi a belle e fortunate collaborazioni con Foggia (il festival
“Questioni Meridionali”, il Foto Cine Club) e soprattutto con artisti,
fotografi e video maker locali; come il video mapping a chiusura del Festival
ha dimostrato, c’era evidentemente tra di loro il bisogno di esserci - ognuno
con la propria identità professionale - per dare alla cittadinanza, proprio
sulla facciata di quella che ora speriamo tutti a breve sarà la nuova
Biblioteca comunale, un segno di quella vitalità creativa lasciata finora praticamente
ai margini nelle scelte inerenti il futuro di questa città. “E' solo l'inizio. Non finisce qui”,
promettono infatti i 6. E quest’ultimo evento si è incrociato nella serata di
domenica 21 settembre con la chitarra in acustico del cantore giramondo Sandro
Joyeux, fortemente voluta dalla neo-associazione (di fatto) Z’unica, attiva da luglio ma
sorprendentemente inarrestabile alla sua seconda proposta: la realizzazione
(con tanto di progetto redatto da un piccolo gruppo di ingegneri e architetti)
del “Teatro Griot”, un’arena a forma di semi cupola a spirale costruita con la
tecnica del compasso nubiano, riscoperta in Mali negli anni 80 dall’architetto
- e filosofo, aggiungo io - Fabrizio Carola, invitato anche qui a Lucera a fare
un paio di bellissime lezioni (di umanità prima di tutto). Questo è stato un progetto che ha scaldato inaspettatamente
molti animi, un momento di auto-costruzione libera di uno spazio, all’interno
del quale attivare e proporre eventi diversi (letture, concerti, lezioni
all’aperto, produzioni teatrali), dove quindi il valore della condivisione e il
senso della comunità si va riscoprendo momento dopo momento. I ragazzi di Z'unica sembra che giochino buttando lì idee e nuovi modi di creare politiche culturali, invece mi sa che fanno sul serio. Infine (last but
not least) va ricordato anche chi, come i volontari di This is art, ha voluto rimboccarsi le maniche per ripulire alcuni
monumenti e la scuola ex Gil dalla mano annoiata dei soliti vandali.
E scusate se ho dimenticato qualcosa. Questo è solo il breve
resoconto di una lucerina che torna a respirare nel suo paese d’origine, senza
che per ben 2 o 3 mesi di fila non senta la necessità asfissiante di andare
via, fuori, da qualche altra parte, per incamerare aria migliore. Non faccio
nomi perché credo che questa volta non ne esistano più di spicco di altri. Esiste
solo l’armonia, ciò che si è fatto, ciò che ognuno di noi ha finalmente
trovato. C’è un orchestra che comincia ad accordarsi. Perfino quelli della
Vergine, insomma tutti quelli che per esser nati in questi due ultimi mesi sono
famosi per lo spirito di meticolosa pignoleria col quale prendono le cose della
vita (me compresa, perciò lo so) - con tutto che si aggiungeva pure la paranoia
di essere più vecchi di un anno - ne sono stati contenti. Mi dispiace a questo
punto per i Vergine lucerini che non erano qui a Lucera, costretti in altro
luogo all’opera di flagello interiore + auto-scassamento di scatole.
Settembre, andiamo. E andiamo tutti ancora avanti.
Raddrizzando ogni volta il tiro, offrendo un braccio in sostegno a chi ci è
accanto (fosse anche un cane bisognoso di riparo per una notte, anche questo è
successo), staccando i chiodi che troviamo nel terreno. Ma tutto questo manteniamolo
acceso. Forse è l’unico motore che merita di bruciare.
Il motore degli eventi
È partito con
l’impegno
Che tiene accesa la
fortuna