mercoledì 25 luglio 2012

Da Lettere a Milena, Franz Kafka

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Per contro sono lieto di poter fare davvero un piccolo sacrificio con alcune osservazioni sul Fochista, da lei desiderate; sarà come pregustare quella pena dell'inferno che consiste nel ripassare la propria vita con l'occhio della conoscenza, dove il peggio non è la visione degli evidenti misfatti, ma quella dei fatti che un giorno si sono creduti buoni!
Nonostante tutto però lo scrivere è un bene, ora sono più calmo che due ore fa con la Sua lettera, là fuori sulla sedia a sdraio. Stavo coricato e a un passo da me un insetto era caduto sul dorso, ed era disperato di non potersi rizzare; volentieri l'avrei aiutato, era facile aiutarlo, si poteva recargli aiuto con un passo e con una piccola spinta, ma lo dimenticai per via della Sua lettera, non potevo neanche alzarmi, soltanto una lucertola richiamò la mia attenzione sulla vita intorno a me, il suo cammino la portò sopra l'insetto ormai immobile, non era stato dunque, pensai, un infortunio, ma un'agonia, il raro spettacolo della morte naturale di una bestia: ma scivolandogli addosso, la lucertola lo raddrizzò, sicché stette ancora un istante fermo, come morto, e poi s'arrampicò di corsa su per il muro della casa, come niente fosse. Ciò m'infuse in qualche modo un po' di coraggio, mi alzai, bevetti il latte e scrissi a Lei.

Suo Franz K


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