Da "Dialogo dei massimi sistemi" (Adelphi, 1996)
(...)
Nel tardo pomeriggio sono sceso in giardino, c'era una luce dorata d'autunno, e qui ho potuto assistere alla lotta di un bruco e d'una fosforina, in mezzo a foglie d'un verde violento. Non proprio una lotta: la fosforina, dolce e delicata, andava per i fatti suoi e vidi benissimo che fu il bruco ad assalirla; come anche capii subito che avrebbe dovuto soccombere. Il bruco era giallastro, grosso come un pollice, molle e setoloso; la fosforina ombrava tremava e faceva per fuggire, e sempre il bruco le era sopra, guardandola in volto con quei suoi occhi senza luce, tanto che la sola sua presenza tolse alla fosforina ogni forza. Così appunto mio padre, ai bei tempi, mi guardava, e mi girava attorno, se distoglievo la testa, per guardarmi in volto di nuovo, e la sua faccia e i suoi occhi m'erano tanto antipatici, che faceva di me ciò che voleva. E così ha ottenuto sottomissione il bruco dalla fosforina di modo che ha potuto presto lasciarne la spoglia vuota di sangue e allontanarsi con un movimento d'esofago: l'esofago di uno che vomita. Son tornato di sopra disgustato, ho spalancata la finestra della mia camera, la finestra sul giardino, e ho sputato, poi ho orinato, sugli alberi, sulle foglie arrossate, contro il sole: il sole dorava lo zampillo d'orina sfrangiandolo di spruzzi prima che si posasse. "O sole", ho gridato, "sole che mi rimproveri e mi tormenti, sole facciamelensa, indora a tuo piacere, come cavolfiori, le cime delle montagne e i crisantemi dei morti: non uscirò e non farò nulla. Sole che non maturi la ragazzina, che spingi i bruchi ad assalire le fosforine, sole, possa tu per sempre affondare friggendo nel mare come un tizzo spento nella lavatura dei piatti!...". Cioè, avrei voluto, gridare. Stiamo zitti per paura di peggio. Infatti, al solo pensare questa tirata, ho visto il sole, che stava per tramontare, guardarmi un momento come mio padre e poi, essendomi io volto verso oriente inorridito, l'ho visto che si spostava da quella parte per guardarmi ancora. Infine, come Dio ha voluto, è tramontato. Ella era partita, il sole era tramontato: la sera era mia.
(...)
22 ott.
Le nuvole sono arrivate più presto di quanto non credessi: stamane svegliandomi ho visto che tutto il cielo era grigio; del sole neppur l'ombra e c'era un'aria densa e immobile, un silenzio ovattato e profondo. Di queste giornate in casa non si cammina, si nuota: nel mare di fuori chi si avventurerebbe? A proposito, son riuscito ad acchiappare due piccoli silenzi, due silenziotti: hanno una peluria soffice e sono un po' più scuri della madre. Dopo tutto non me la sento più col silenzio, li ho lasciati liberi e loro sono corsi in un angolo della cucina. In soffitta ho scavato, ho scavato e sempre niente. Mah!... ormai sono calmo e contento: "nuoto d'autunno cuore in pace" dice il proverbio che ho inventato in questa occasione.
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