Da "Assalto a un tempo devastato e vile", 2001
(...) L'Italia di questo trentennio è, alla stregua di Israele, un territorio dove una tradizione spirituale constata i danni causati da se stessa misurando tassi di crescita di ateismo, nonchalance esistenziale e vago sentore di un fumoso avvenire postmortem tra quelli che una volta venivano annoverati nel gregge dei fedeli - e oggi tradiscono, senza coscienza o disprezzo verso se stessi e il mondo.
Non so se l'idea viene resa con semplicità da questa immagine: è stato come affogare in una vasca mentre il condominio è in fiamme. Sostenere le ragioni di un senso della trascendenza in un regime ex religioso che si sta fottendo di ogni senso, bellamente, ha questa tragicità ironica che marchia dolorosamente una vita intera.
Tuttavia non dispero. In metropolitana o sui bagnasciuga rivieraschi, osservo trionfare i prodotti che hanno ereditato in epoca laica la forma, lo stile e la promessa delle grandi letterature religiose: i gialli - e anche la fantascienza. Sono le manifestazioni più recenti dell'attesa protratta e dell'immersione nell'improbabile che ogni evasione fideistica ha puntualmente concesso allo stormo dei suoi fedeli. E l'immancabile scontro che il potere religioso ha dovuto affrontare con l'istanza terrena e statale, oggi, assume le fogge di un grande, sterminato segreto, intorno a cui il gioco tra dissimulazione e rovesciamento della verità ha raggiunto dimensioni mai sperimentate: quelle dell'intero pianeta. Il segreto domina questo mondo, in primo luogo come segreto del dominio. Dalle reti di promozione-controllo si passa impercettibilmente a quelle di sorveglianza-disinformazione. Un tempo si cospirava sempre contro un ordine costituito. Oggi, cospirare a suo favore è un nuovo mestiere in grande sviluppo. Sotto il dominio spettacolare si cospira per mantenerlo, e per garantire ciò che soltanto esso potrà chiamare il suo buon andamento. Questa cospirazione fa parte del suo stesso funzionamento.
Ora, è difficile stabilire, mentre si procede lenti verso la macellazione, se a questo punto è meglio vantare la propria condizione di bovini o quella di condannati a morte certa e imminente. Probabilmente, reclamando la legittimità di entrambi gli statuti, diviene più importante che mai l'esistenza di un dio - certo e imminente. E si potrebbe dare il caso che il macellaio inizi a porre fede nella sacertà delle vacche.
Così, credere di dovere opporre una fede malcerta e non propria all'abbandono della stessa fede da parte di nuovi candidati alla miscredenza: ecco una buona ginnastica che preserva lo spirito dagli smottamenti e dai falsi dubbi. Per ogni pensiero come questo - è certo - c'è un macellaio che sta preparando il chiodo.
sabato 7 maggio 2011
Celebrazioni per un tempo finito, Giuseppe Genna (I)
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