giovedì 25 settembre 2014

Settembre lucerino. Una piccola storia

Qui Lucera. Provincia di Foggia, Tavoliere, Puglia, Sud, Italia. Mondo intero.

Il seme di cosa vorremmo un bel giorno diventare è stato gettato. Non si sa da chi prima e chi dopo, non è quello che interessa, ma qualcosa di bello sta accadendo. La cosa importante è che sia lo stesso seme per tutti. Lo vedo nei volti più rilassati di chi c’era in questi anni, e adesso vuole veramente rinascere; negli occhi dei giovani ventenni, che ci sono sempre per partecipare allegri e che quasi quasi adesso un po’ gli dispiace di dover partire per le città universitarie; nei corpi e nelle menti di chi è tornato dopo anni, che non si devono più disattivare. Lo vedo in chi viene a Lucera da fuori, avverte calore e desiderio e, per questo, non vede l’ora di tornare. Lo vedo, ma lo sentiamo tutti noi.

Il cartellone di settembre è nato per caso, con quello stesso seme di ognuno, si è evoluto e arricchito, ed è stato perfino meglio di quello estivo. La Sagra delle Sagre della Pro Loco ha portato in giro per Lucera la stessa quantità di gente che a Ferragosto (realizzare che “Non si trova parcheggio!” è sempre la prova del nove). La Notte Bianca dello Sport ha testimoniato che qua c’è un sacco di gente che - ad ogni età - ci tiene a stare in forma, ma che la gamma degli sport praticati è davvero eterogenea e interessante. Il Festival della Letteratura Mediterranea, sicuramente fiore all’occhiello degli appuntamenti culturali a Lucera, quest’anno ha mostrato meglio il lato social e appassionato del suo giovane e competente direttivo, virandolo tutto in un tipo di programmazione semplice e accurata, scegliendo di aprirsi a belle e fortunate collaborazioni con Foggia (il festival “Questioni Meridionali”, il Foto Cine Club) e soprattutto con artisti, fotografi e video maker locali; come il video mapping a chiusura del Festival ha dimostrato, c’era evidentemente tra di loro il bisogno di esserci - ognuno con la propria identità professionale - per dare alla cittadinanza, proprio sulla facciata di quella che ora speriamo tutti a breve sarà la nuova Biblioteca comunale, un segno di quella vitalità creativa lasciata finora praticamente ai margini nelle scelte inerenti il futuro di questa città. “E' solo l'inizio. Non finisce qui”, promettono infatti i 6. E quest’ultimo evento si è incrociato nella serata di domenica 21 settembre con la chitarra in acustico del cantore giramondo Sandro Joyeux, fortemente voluta dalla neo-associazione (di fatto) Z’unica, attiva da luglio ma sorprendentemente inarrestabile alla sua seconda proposta: la realizzazione (con tanto di progetto redatto da un piccolo gruppo di ingegneri e architetti) del “Teatro Griot”, un’arena a forma di semi cupola a spirale costruita con la tecnica del compasso nubiano, riscoperta in Mali negli anni 80 dall’architetto - e filosofo, aggiungo io - Fabrizio Carola, invitato anche qui a Lucera a fare un paio di bellissime lezioni (di umanità prima di tutto). Questo è stato un progetto che ha scaldato inaspettatamente molti animi, un momento di auto-costruzione libera di uno spazio, all’interno del quale attivare e proporre eventi diversi (letture, concerti, lezioni all’aperto, produzioni teatrali), dove quindi il valore della condivisione e il senso della comunità si va riscoprendo momento dopo momento. I ragazzi di Z'unica sembra che giochino buttando lì idee e nuovi modi di creare politiche culturali, invece mi sa che fanno sul serio. Infine (last but not least) va ricordato anche chi, come i volontari di This is art, ha voluto rimboccarsi le maniche per ripulire alcuni monumenti e la scuola ex Gil dalla mano annoiata dei soliti vandali.


E scusate se ho dimenticato qualcosa. Questo è solo il breve resoconto di una lucerina che torna a respirare nel suo paese d’origine, senza che per ben 2 o 3 mesi di fila non senta la necessità asfissiante di andare via, fuori, da qualche altra parte, per incamerare aria migliore. Non faccio nomi perché credo che questa volta non ne esistano più di spicco di altri. Esiste solo l’armonia, ciò che si è fatto, ciò che ognuno di noi ha finalmente trovato. C’è un orchestra che comincia ad accordarsi. Perfino quelli della Vergine, insomma tutti quelli che per esser nati in questi due ultimi mesi sono famosi per lo spirito di meticolosa pignoleria col quale prendono le cose della vita (me compresa, perciò lo so) - con tutto che si aggiungeva pure la paranoia di essere più vecchi di un anno - ne sono stati contenti. Mi dispiace a questo punto per i Vergine lucerini che non erano qui a Lucera, costretti in altro luogo all’opera di flagello interiore + auto-scassamento di scatole.

Settembre, andiamo. E andiamo tutti ancora avanti. Raddrizzando ogni volta il tiro, offrendo un braccio in sostegno a chi ci è accanto (fosse anche un cane bisognoso di riparo per una notte, anche questo è successo), staccando i chiodi che troviamo nel terreno. Ma tutto questo manteniamolo acceso. Forse è l’unico motore che merita di bruciare.

Il motore degli eventi
È partito con l’impegno
Che tiene accesa la fortuna