domenica 27 febbraio 2011

Incrociando il sole, Alan Sorrenti



Tutti sono morti ora
tutti sono più vecchi
ma noi siamo ancora
insieme nell'aria
Incrociando il sole

giovedì 24 febbraio 2011

La polvere si alza, Piero Ciampi



La polvere si alza,
nasconde la tua ombra
e chiude i miei ricordi
in fondo a questa strada.

Col viso tra le mani
come una volta
sono solo con la pioggia
che bagna le mie lacrime.

La polvere si alza,
nasconde queste pietre
e copre la mia voce
che non ha più parole.

Ora so
che si può continuare
senza sapere
dove andare,
così
per sempre senza di te,
abbracciato col silenzio.

martedì 22 febbraio 2011

da "Il paese dell'anima, Lettere 1909-1925" di Marina Cvetaeva

Ad Aleksandr Vasil'evic Bachrach
Mokropsy, 20 luglio 1923


Caro amico,

è un'ottima esperienza spirituale, non Vostra personale nè mia: è una verifica dell'anima, della sua potenza, della sua perspicacia - e dei suoi confini.
Facciamo le cose secondo coscienza: giacché oggi tra noi non c'è un solo rancore e, ve lo garantisco, finché si tratterà solo di lettere non ce ne saranno. Se inimicizia verrà, dunque, essa verrà dai corpi, dal confronto oculare dei corpi: dei segni, degli abiti. (Per me il corpo non è assolutamente la metà - sovrana e indipendente - dell'essere umano. Da giovani il corpo è abito di gala, da vecchi - la bara da cui cerchiamo di fuggire!)
A me, potrebbe succedere, non piacerà la Vostra voce, a Voi, potrebbe succedere, non piacerà la mia (no, la voce vi piacerà, ma non so, potrebbe non piacervi qualche mio modo di fare), e così via. Giacché i corpi (le nostre predilezioni di gusto) sono disumani. Psiche (invisibile!) noi l'amiamo in eterno perché è l'assente (in contumacia!) che in noi ama: pura anima! Psiche noi l'amiamo con Psiche, Elena di Troia l'amiamo con gli occhi (perdonate questo "noi", ma anche io amo Elena!) - se non addirittura con le mani - ma mai i nostri occhi e le nostre mani perdoneranno ai suoi occhi e alle sue mani la minima deviazione dal canone ideale della bellezza.*
Psiche è fuori giudizio - capite? Elena è costantemente davanti ai giudici.

Esiste, naturalmente, l'amore estremo (cioè senza confini): "io ti amo, comunque tu sia". Ma quanto poco "comunque" deve essere quel tu? E l'io che dice quel tu. E', naturalmente, un miracolo. Nell'elemento erotico - un miracolo, in quello dell'amore materno - un fenomeno del tutto naturale. Ma la maternità è una domanda senza risposta, o meglio: una risposta senza domanda - è solo risposta! Nella maternità c'è un unico personaggio: la madre, un unico rapporto: il suo con il figlio, altrimenti ricadiamo di nuovo nell'elemento di Eros, pure se nascosto.
(Parlo dell'amore filiale. Mi seguite ancora?)
E dunque se al momento dell'incontro (del confronto) noi ci allontaneremo uno dall'altro - e forse ci respingeremo - così come oggi ci sentiamo l'uno dall'altro attratti, le conclusioni sono due: o l'anima è menzogna e gli "indizi terrestri" sono verità, o l'anima è verità e gli "indizi terrestri" sono menzogna, ma la menzogna è forza, mentre l'anima è verità-debolezza.
Insomma, in un modo o nell'altro, qualcosa, ora, nella nostra corrispondenza, si rivelerà deboleza o cecità, qualcuno - Voi forse, forse io (sarebbe bello se - entrambi! E addirittura - allegro!) prenderà di certo un abbaglio. L'anima può accecare.

(...)


*Della NON ANIMA!

lunedì 21 febbraio 2011

One of us cannot be wrong, Leonard Cohen



I lit a thin green candle, to make you jealous of me.
But the room just filled up with mosquitos,
they heard that my body was free.
Then I took the dust of a long sleepless night
and I put it in your little shoe.
And then I confess that I tortured the dress
that you wore for the world to look through.

I showed my heart to the doctor: he said I just have to quit.
Then he wrote himself a prescription,
and your name was mentioned in it!
Then he locked himself in a library shelf
with the details of our honeymoon,
and I hear from the nurse that he's gotten much worse
and his practice is all in a ruin.

I heard of a saint who had loved you,
so I studied all night in his school.
He taught that the duty of lovers
is to tarnish the golden rule.
And just when I was sure that his teachings were pure
he drowned himself in the pool.
His body is gone but back here on the lawn
his spirit continues to drool.

An Eskimo showed me a movie
he'd recently taken of you:
the poor man could hardly stop shivering,
his lips and his fingers were blue.
I suppose that he froze when the wind took your clothes
and I guess he just never got warm.
But you stand there so nice, in your blizzard of ice,
oh please let me come into the storm.

venerdì 18 febbraio 2011

La felicità non è un lusso - Guido Morselli

da "Il suicidio"

articolo apparso sul Tempo di Milano il 7 settembre 1949
- "Appunti in margine al dopoguerra" era l'occhiello -


(...)
Trovo ripetuta in un saggio recente di Jules Sageret la classica proposizione, essere l'uomo anzitutto ed essenzialmente individuo. Non la sottoscriverei senza riserve. Essenziale anche nell'uomo è, con quello, un opposto carattere: la dipendenza dagli altri viventi, e dal complesso della natura. E' ciò che lo fa consistere; un filosofo d'oggi (che non ha a che vedere con gli esistenzialisti) lo chiama: l'Esistenza; è l'attrazione che su ognuno di noi esercitano i nostri simili, è l'istinto, la Necessità.

L'uomo è in bilico fra queste due tendenze: e forse meglio che tendenze si direbbero il gemino fondamento della sua realtà. Ossia, l'uomo positivamente si comporrebbe di natura e di libertà, l'una contraria e complementare all'altra, in parità d'influssi. Una parità che è, del resto, e ben s'intende, rarissima. Ed ecco infatti i molti, gli innumerevoli, che non vivono se non come elementi della folla, della "tribù": gli uomoni-massa. Ecco coloro in cui la legge dell'istinto è, piuttosto che imperiosa, coattiva. All'opposto estremo i superuomini, i campioni dell'Io, i dominatori, e - assai più vicini a quelli che dall'apparenza non sembri - gli asceti, le "anime belle", coloro che rinnegano la sensualità. Vi è una dimidiata umanità, apparentata ai Robots di cui Georges Bernanos ci ha fornito il ritratto, e vi è una superumanità, un'umanità orgogliosamente eslege.

L'equabile proporzione fra individualità e natura non è mai stata di tutti, e probabilmente non lo sarà mai; il miracolo di un'armonia compiuta e costante appartiene al genio: che non è misticamente ispirato nè ferocemente rapace, come lo volevano i romantici. Oggi, la disarmonia sembra costituire la regola universale. Se nei più è la coesione che predomina, insieme con la coazione dell'istinto, a danno dell'individualità e della volontà, i periodi di crisi provocano, in quegli stessi uomini, reazioni improvvise; scialbe personalità, già stancamente abbandonate alla corrente, si riscuotono d'un tratto, anomale ed eccessive, si levano nella ribellione dissennata e violenta, vi si consumano. Le grandi calamità, guerre, rivoluzioni, accentuano tutti gli squilibri. Al termine di esse, proprio allorquando la moltitudine si fa più folta e più schiava, vediamo emergere le individualità insulari o dispotiche, da cui sarà o spregiata o sottomessa, e avviata a nuovi disastrosi cimenti. Così pure, dopo quelle calamità, pare che da un lato l'impulso generativo si renda più imperioso e quasi insuscettibile di provvidi freni, dall'altro lato pare che più frequente e acuta sia la tentazione di recidere quello e ogni impulso vitale nella suprema negazione che è il suicidio. Soggezione, o rivolta.

Nella sfera sociale, contro il collettivismo per cui l'uomo non è più che una macchina, si accampa l'anarchia di fatto di un'accolta discorde di monadi, solo consapevole dei propri privilegi. Nella sfera più intimamente personale, accanto alla naturalità ciecamente istintiva, la innaturalità che sconvolge l'ordine della vita o lo distrugge senz'altro.

Individui e popoli oscillano fra questi poli, poichè sono assenti dal loro mondo, o declinanti, le forze (non certo meccaniche o biologiche od economiche) capaci di attrarli stabilmente in quelle zone temperate, dove soltanto può l'umanità stanziarsi e fiorire.

martedì 8 febbraio 2011

The cardinal sin, Dead can dance



Sail to the stars on your shining desires
Reasons there are none
Try the whisky made of grain
When all is said and done
It all amounts to just the same
There in your starry eyes lie hopes that have
been betrayed
The cause of your desire
Can also lead to your demise
When all is said and done
It will be you who pays the price
As countless fools are often loathe to testify
It's an illusion of life
The whole cause of our demise
Sail to the stars on your shining desires
Lucretia waits in vain
For the child of her dreams
Within her aching womb
There burns a funeral pyre
There in your starry eyes lie hopes that have
been betrayed
The prize that you claim
Can never be yours to take
Like castles in Spain
Hope is all that will remain
Abstain from the fools paradise
It's an illusion of life
The whole cause of our desires
Fools are often loathe to testify
It's an illusion of life
The whole cause of our demise
Contemplate the world
And its traitors to the soul
The forces of derision
And its legions manifold
Usurpers of the crown
All pretenders to the throne
Your world has lived in chains
All in one, one in all
...

Fools are often loathe to testify
It's an illusion of life
The whole cause of our demise
It's an illusion of life
...