sabato 9 ottobre 2010

Trastevere di belle cose – Gli Amor Fou con De Pedis in Piazza Sant’Apollinare


Ognuno fa tutto il bene e tutto il male che può” è la citazione scelta dagli Amor Fou per spiegare l’idea dietro De Pedis, il brano del loro ultimo disco I moralisti (Emi 2010) che ha per protagonista “il Dandi” - di Romanzo criminale libro, film e serie tv - leader della banda della Magnana.
Io ad esempio il 29 settembre sera ho fatto bene e male insieme, trovandomi a Roma e ricordandomi dell’evento ma riuscendo ad arrivare lì giusto in tempo per la fine di tutto. Eppure qualcosa ho captato lo stesso; una situazione, un’atmosfera e un modo nuovo per ricordare e (ri)trovarsi.
I romani – o meglio, chi a Roma ci passeggia, ci mangia e ci lavora dopo le 20 della sera - non hanno ben presente dove si trovi Piazza Sant’Apollinare; i negozianti, la gente nel quartiere, i poliziotti di guardia nei gabbiotti alla richiesta di indicazioni rispondevano tutti “Ah! Si… aspetta… è qui, sì è qui vicino… ma adesso non mi viene in mente dove precisamente… scusami, non vorrei farti sbagliare”. So che è qui, ma non so dove esattamente. Finché ho individuato la persona più adatta al caso, uno splendido ottantenne che ci ha messi sulla strada giusta; salvo poi perderci nuovamente perché siamo dei fessi (ma Roma a quell’ora è ancor più bella e ti distrae) e ritrovarci in Piazza Navona a chiedere a due giovani carabinieri che, fortuna, avevano una mappa in macchina: “Alla A n' c’è… provamo sotto a Santo… ah, ma po’ esse che è scritto n’ francese?! Qua dice Apollin a i re… ah, ma è qui! …- si consultano - la Lazio 2 a o comunque eh… Basta che andate de qui guarda”. Olè.
Davanti alla Basilica un gruppo di persone, sul palazzo adiacente uno striscione con una scritta bianca “Gli immortali esistono” (lì a quanto pare per un nuovo progetto di comunicazione del Museo Nazionale Romano), ci avviciniamo ma siamo in ritardo persino sulla regola del ritardo italiano che stavolta, forse, non è stata rispettata.
C’era già stato il breve monologo di “Renatino”, affidato ad un attore, sull’inferno della vita crudele in strada e la redenzione domenicale con l’ostia benedetta tra i denti e nelle mani, la lettura di alcuni passi da “Mai ci fu pietà” della giornalista e scrittrice Angela Camuso, la proiezione delle immagini raccolte tra i membri del gruppo facebook dedicato (“Il bene e il male”) sul portale della chiesa all’interno della quale si è deciso di far riposare il corpo del criminale e benefattore.
Quella porta che rappresenta un ponte tra il dentro e il fuori, tra tutte le possibilità di essere uomini, tra chi entra per approfondire e chi esce gratificato o viceversa; esattamente come i pensieri legati alle foto che vi sono passate quella sera, e il contributo che gli Amor Fou stanno dando alla musica italiana in questo 2010.
Per chi non c’era, o per chi - come me e come Sant’Apollinare per i romani di Rione Ponte- era lì intorno ma non si sa esattamente dove (e un po’ come il corpo di Renato De Pedis, le frasi pronunciate da Andreotti e tutti i misteri d’Italia) , c’è il video.