martedì 22 febbraio 2011

da "Il paese dell'anima, Lettere 1909-1925" di Marina Cvetaeva

Ad Aleksandr Vasil'evic Bachrach
Mokropsy, 20 luglio 1923


Caro amico,

è un'ottima esperienza spirituale, non Vostra personale nè mia: è una verifica dell'anima, della sua potenza, della sua perspicacia - e dei suoi confini.
Facciamo le cose secondo coscienza: giacché oggi tra noi non c'è un solo rancore e, ve lo garantisco, finché si tratterà solo di lettere non ce ne saranno. Se inimicizia verrà, dunque, essa verrà dai corpi, dal confronto oculare dei corpi: dei segni, degli abiti. (Per me il corpo non è assolutamente la metà - sovrana e indipendente - dell'essere umano. Da giovani il corpo è abito di gala, da vecchi - la bara da cui cerchiamo di fuggire!)
A me, potrebbe succedere, non piacerà la Vostra voce, a Voi, potrebbe succedere, non piacerà la mia (no, la voce vi piacerà, ma non so, potrebbe non piacervi qualche mio modo di fare), e così via. Giacché i corpi (le nostre predilezioni di gusto) sono disumani. Psiche (invisibile!) noi l'amiamo in eterno perché è l'assente (in contumacia!) che in noi ama: pura anima! Psiche noi l'amiamo con Psiche, Elena di Troia l'amiamo con gli occhi (perdonate questo "noi", ma anche io amo Elena!) - se non addirittura con le mani - ma mai i nostri occhi e le nostre mani perdoneranno ai suoi occhi e alle sue mani la minima deviazione dal canone ideale della bellezza.*
Psiche è fuori giudizio - capite? Elena è costantemente davanti ai giudici.

Esiste, naturalmente, l'amore estremo (cioè senza confini): "io ti amo, comunque tu sia". Ma quanto poco "comunque" deve essere quel tu? E l'io che dice quel tu. E', naturalmente, un miracolo. Nell'elemento erotico - un miracolo, in quello dell'amore materno - un fenomeno del tutto naturale. Ma la maternità è una domanda senza risposta, o meglio: una risposta senza domanda - è solo risposta! Nella maternità c'è un unico personaggio: la madre, un unico rapporto: il suo con il figlio, altrimenti ricadiamo di nuovo nell'elemento di Eros, pure se nascosto.
(Parlo dell'amore filiale. Mi seguite ancora?)
E dunque se al momento dell'incontro (del confronto) noi ci allontaneremo uno dall'altro - e forse ci respingeremo - così come oggi ci sentiamo l'uno dall'altro attratti, le conclusioni sono due: o l'anima è menzogna e gli "indizi terrestri" sono verità, o l'anima è verità e gli "indizi terrestri" sono menzogna, ma la menzogna è forza, mentre l'anima è verità-debolezza.
Insomma, in un modo o nell'altro, qualcosa, ora, nella nostra corrispondenza, si rivelerà deboleza o cecità, qualcuno - Voi forse, forse io (sarebbe bello se - entrambi! E addirittura - allegro!) prenderà di certo un abbaglio. L'anima può accecare.

(...)


*Della NON ANIMA!

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